Nel dipinto dell'accademico francese Bouguereau, "Una giovane ragazza che si difende da Eros", vediamo un capriccioso bambino alato tentare di pungere una fanciulla con una freccia.
Il Dio greco dell'amore è rappresentato come un paffuto amorino, tema "iconografico" molto diffuso dal Rinascimento in poi, (con opportune distinzioni tra il putto/Eros e il putto/angioletto), ma già in uso nella Grecia classica tra i poeti satirici e nell'arte ellenistico-romana.
Nell'immaginario comune e diffuso questa raffigurazione fanciullesca di Eros, una sorta di simpatico e curioso birbantello armato di frecce con la punta a cuore, ha sottratto valenza a una divinità piuttosto antica e particolare. Il poeta greco Esiodo (700 a.C.) lo considera tra le prime quattro divinità comparse all'alba dei tempi.
Nei Misteri Orfici, dall'unione di Eros con il Caos sarebbe scaturita la razza umana. Possiamo affermare che le fonti più antiche mostrano Eros come un dio primordiale delle origini, persino di comparsa pre-greca, il cui culto presentava probabilmente aspetti misterici ed esoterici.
Molti studiosi ritengono che Eros fosse adorato più come un concetto astratto di amore fisico, di desiderio o di aspirazione alla bellezza che come personificazione di una divinità. Una teoria che sembra cozzare col fatto che fin dall'arcaismo fu raffigurato nell'aspetto di un delicato efebo alato.
Nei secoli il mito di Eros subì un vero e proprio stravolgimento: egli divenne il figlio di Afrodite e Ares, il frutto di una relazione clandestina narrata da autori e poeti in varie versioni, satira compresa. All'atletico giovane che portava una lira o un arco, si affiancò il paffuto bambino alato, spesso bendato, che provocava scompiglio tra gli Dèi e i mortali con una mal celata crudeltà.
Lo vediamo a capo di frotte di "Erotes" (Amorini), compagni di giochi spesso al seguito dei cortei dionisiaci. Gli venne attribuita una sola storia d'amore, quella con Psiche (Apuleio) di cui parlerò in seguito. Nel mondo greco-romano, il Putto, inteso come rappresentazione di Eros bambino, fu un soggetto decorativo molto utilizzato in pitture, sculture e nell'arte funeraria (sarcofagi).
Nel contesto della religione cristiana, questa figura divenne una rappresentazione simbolica degli angeli già nell'arte paleocristiana per proseguire con successo nel Rinascimento e nell'arte barocca.
A cura di Andrea Contorni
Note e bibliografia:
- Il dipinto "Giovinetta che si difende da Cupido" è di William-Adolphe Bouguereau (1880).
- "I Miti Greci" di Robert Graves, Longanesi (2018).